24 maggio 2010

Onde elttromagnetiche/ Electromagnetic waves

Lasciando la via della nostra esistenza,
guardo all'essenza delle cose.
Mi piace leggere di te,
come droga mi invadi,
mi sento quasi stanato dal mio stato di torpore.
Somiglio sempre più ad un animale da circo.
Drogato,
scelgo di accovacciarmi
al bordo della lussureggiante savana,
bagnata dalla piena del fiume.
Ricca, abbondante di selvaggina.
Non mi persuado che la mia realtà
è una gabbia dorata
fatta di carni tritate.
Me ne cibo
e sopisco la mia arroganza di re
aspettando semplicemente
di poter rivedere un'altra onda elettromagnetica........

Leaving the path of our existence,

I look at the essence of things.

I like reading you,

Invade me like a drug,

I almost feel flushed from my lethargy.

Increasingly resembles a circus animal.

Drugged

I choose to squat

at the edge of the lush savannah

wet from a flood.

Rich, abundant wild game.

I am not persuaded that my reality

is a gilded cage

made of minced meat.

I food

fall asleep and my arrogance of kings

simply waiting

can review another electromagnetic wave ......


Gelato



Hai mai assaporato un gelato in pieno inverno?
Qui, da noi, c'è un barista che ne fa di tutti gusti, in tutti i periodi dell'anno.
D'estate mangio granite, d'inverno gelati.
I miei figli fanno mernda con una coppa di fior di latte e vaniglia, davanti ai cartoni....io no, proprio no.
Gusto il mio gelato al pistacchio e torrone, comodamente sdraiata sul lettone.
Il torrone è dolce, un gusto intenso, un mix di cannella e nocciole. Il pistacchio è verde come i piselli, il torrone bianco trasparente, appiccicoso, lipposo. I pistacchi sono dei semini verdi contenuti in una capsula con una piccola fessura......che buoni i pistacchi di Bronte!
Il torrone può essere a barrette dure, che non le tagli neanche con un coltellaccio, oppure morbido, come quello pernigotti....che non ve lo consiglio perché è di fabbrica, non è artigianale.
Mi godo il mio gelato, in pace. Lo lecco con movimenti avvolgenti e, quando è pronto, perché è ben rotondo e non sbavato, non gli dò il tempo di sciogliersi perché lo gusto a pieno, tutto in un sol boccone. Non è solo un succhiarlo, no, a questo punto il gelato và gustato nella sua totalità ed interezza.......ne farei indigestione, ma mi limito...ci tengo alla linea!!


IsIdE

Iside

Già in passato questo blog ha portato alla luce scrittori che come me vogliono farsi Sentire......vedi Happy Boy 89.
Oggi è il turno di Iside, dea dell'Eros, con la E maiuscola, che sa toccare gli animi degli uomini come poche donne sanno fare.........
Lei scriverà qualche piccola novella per la nostra comunità, e ci aiuterà finalmente a capire come una donna vede le stesse cose con occhi diversi.......quello che posteremo insieme saranno degli scritti, dei piccoli racconti che aiuteranno a capire ciò che ogni "uomo" sogna.........la verità di ciò che le donne sentono e vedono nel nostro vibrare.
Invito a seguire la sua rubrica, che sarà sporadica, ma decisamente molto interessante.

22 maggio 2010

Lo scrittore da solamente "input"

L'amore che mi scorreva dentro
Iniziava a prendere nella mia mente la sua piega.
Nasconderlo per la sola voglia di essere casa,
Di essere madre, mi avrebbe nascosto
Ancora più rintanato......Io....mi avrebbe fatto perdere......

La vita sarebbe stata ancora più una selva oscura,
Invece di avere la realtà a portata di mano, mi avrebbe
Oltremodo portata in una dimensione diversa, parallelamente, sarei
Tornata ad occuparmi di cose vicine alla mia esistenza, senza vincere i miei
Tormenti, senza diventare
Audace, senza vivere.

13 maggio 2010

Poveri ingenui

Sensazioni che non capisco
ardori che si accendono
azioni che non corispondono.
Pallaitivi di una sicura sconfitta.
Perciò ho bisogno di te.

--
Inviato dal mio dispositivo mobile

02 aprile 2010

Per Costantina

Come la luce di una luna

Oltremodo splendente, non mi potevo

Salvare dal

Taglio che dovevo dare a quella cosa chiamata

Amore.

Non mi sarei mai aspettata di dover

Tanto sorridere a quelle che erano

Interferenze al mio io.

Non mi sarei mai aspettato di dovere di nuovo

Amare.

19 marzo 2010

A me luci

Prima ca nascevi,
mi pigghiava a cunfusioni i testa.
Pinseri assa giravunu tornu tornu a cosi inutili.
Ieru 'nta l'aria.
Pezzi di casa ca divintavanu sempri cchiu rossi,
acqua fridda chi faceva arrisagghiari,
pinsava a cosi ca non esistevunu,
l'amuri,
i sordi,
a saluti.
Non capeva.
Ddà gran cufusioni jera sulu picchi non sapeva leggiri 'nta natura di cosi.
Anarfabeta, m'arraggiava.
Idda mi faceva spacari u munnu,
nun putiva truvari,
non sapeva circari e mi pigghiava a cunfusinoi i testa.
Ora capisciu.
Sulu ora sacciu.
Di segni
eranu nu scrittu chi parravunu i tia
erunu un cantu ca mi cuntavunu i tia.
Sugnu ancora cca a circari i leggiri cacchia iautra parola
ma ormai mi ni futtu si la capisciu o no,
ormai sacciu,
sugnu allu pinninu,
commu a tutti.
Sciddicu 'nta sta vita 'nsilenziu.
Ormai sulu tu si lu me frenu,
sulu pi tia restu...
a me luci.

11 marzo 2010

The tale of Interior eye ovvero la favola dell’occhio interiore.

Non tantissimo tempo fa, passeggiavo in un porto in compagnia di un uomo, forse un amico, forse un fratello, non sapevo, e mi lasciavo andare allo scorrere degli eventi, aspettando che un colore tenue mi invadesse. Vaneggiavo sul da fare per una tornata importante, che mi vedeva catapultato tra cattedrali e uomini, riuniti su grandi tappeti, che facevano dei saloni importanti, un loro habitat naturale.Pensavamo a come far insediare il mio pensiero tra milioni di pensieri di un centinaio di persone volti a energie che non sembravano assolutamente focalizzate al nostro scopo ultimo.Parlando con il mio compagno mi resi conto che gli aggettivi che gli davo all’inizio erano solo degli appellativi, ero con un uomo Felice.Incuriosito, volevo rendermi conto della felicità dell’uomo che era con me, perché aveva quel senso di pace che mi faceva trovare in lui una energia esasperata ed una irruenza che si era chiusa come una ferita profonda nella sua anima. Gli chiesi in modo diretto perché era con me quel giorno. Felice, mi rispose, che nella sua vita aveva cambiato rotta perché aveva trovato insensato quello che faceva da giovane e che avrebbe fatto di tutto per trovare altri uomini che non si contornavano solo di esteriorità, come quelli che aveva conosciuto.
Mi fece capire che in realtà la sua felicità non gli veniva dal comandare dei diseredati, ma dal trovarsi insieme a gente, che non vedevano di buon occhio il vecchio detto, importante per la nostra psiche isolana: “u cummanari je megghiu di futtiri”.
Li capiva, capiva la loro vecchia sofferenza, le loro ferite erano uguali, si erano trovati e sicuramente riconoscendoli non aveva avuto più bisogno di cercare. Il tutto si sarebbe costruito da solo.
Felice mi spiegò la teoria “in tutto il creato è il bene a vincere sempre”.
Infatti dimostrò di conoscere bene le vecchie storie di Trismegisto che voleva dominare il i simboli, ma realmente capì, come me oggi, che ogni uomo è un isola, di un arcipelago molto frastagliato posizionato geograficamente attorno al trentatreesimo parallelo. Il pericolo vero sta nel divincolarsi in quell’intrigo di canali che si dipanano in modo molto insidioso per i naviganti. Uno sbaglio e cozzi in modo irreparabile con le altre terre emerse.Si potrebbe affondare da un momento all’altro, essere fagocitati da una balena e non vedere più la vita se non con una guida, una persona che nel tuo percorso ti può essere vicina, ti può aiutare a trovare la via. Mi fece capire che il passo successivo al paese delle meraviglie, era soltanto la vita di un burattino che lasciato senza fili si ribellava e non trovava pace in questa società che ti vuole invece, essere umano come tutti, legato a sottili fili che solo in pochi manovrano. Intuii dalle sue discussioni astratte che fare dei piccoli spostamenti, impercettibili agli occhi dei burattinai, mi avrebbero dato la felicità di un movimento tutto mio.
Mi stava spiegando, velatamente, che dai micro movimenti sarei arrivato a movimenti sempre più ampi, finché con degli strattoni avrei strappato i fili, mi sarei mosso del tutto liberamente in quel labirinto di isole senza che nessuno potesse farmi sentire in difficoltà.
Lui si muoveva libero e per questo era Felice.<
Alla fine della nostra passeggiata, Felice stese la mano e mi offrì cose di cui non credevo l’esistenza, oro monoatomico e polvere di proiezione, prendendoli da una tasca.
Non vedevo l’altra mano, mi preoccupai, uno sconosciuto con due caramelle.
Già accentarne una è difficile.
Mi fece pensare ad un tranello.
Nessuno ti da niente per niente, ma il mio istinto non mi ingannava mai. Era come se ci fosse un impulso che spingeva ad agire un sesto senso che mi poneva fiducia.
Li ingerii.
Mi trovai da subito catapultato nella ricerca, mondo fatto da estenuanti e tumultuose maratone notturne per leggere i manuali dell’apprendista stregone, mi distoglieva dal mio scopo: il movimento.
Ogni tanto pensavo a quale fosse il movimento che avrei dovuto fare per non insospettire il burattinaio che reggeva le mie fila, ma non avevo tempo e dovevo leggere altro.
Nel mio girovagare però iniziò una musica. All’inizio incomprensibile, piena di allusioni all’odierne sporcizie politiche, poi piano piano mi sembra di sentire in mondo franco il pensiero dell’artista che la battezzava alle nostre cose questa melodia che in realtà era un canzone.
Adesso capivo bene e le parole finali sono una poesia a me già nota che cito poiché mi colpirono molto:
“…..Ma quando ritorno in me, sulla mia via, a leggere e studiare, ascoltando i grandi del passato mi basta una sonata di Corelli, perché mi meravigli del creato.”
Mi illuminai, era palese, il burattinaio era parte del creato.
Allora lo vidi, in alto, che guardava in giù, verso di me e mi accorsi dei fili.
Capii che oro monoatomico e polvere di proiezione non erano semplicemente il modo di sfuggire dalle grinfie del mio burattinaio, ma il sistema di trovarsi a contatto con il creato.
Non erano dei fili reali che arrivavano alle parti del mio corpo, erano fili che entravano nella mia psiche.
Il burattinaio era quello che mi suggeriva i pensieri…..
Allora il vero movimento sta nel pensiero, pensai. Sentii tirare forte, un filo si spezzò subito facendomi un male cane.
Mi viene di fronte il cappellaio matto, ma non più come personaggio di un libro ma come carta da gioco. Il suo ghigno inquietante promette vittorie non sofferte e la sconfitta degli avversari, il rapido ribaltamento della partita. E’ la logica del caos “forza irrefrenabile” scagliata contro “elementi inamovibili”. Questo scavalca tutte le regole, può fare quello che vuole, così è il Bagatto. Rappresenta il caos. Si spezzò un altro cavo che teneva imbrigliato il mio pensiero.
Tutto, si muove con logica per il burattinaio, ma tale logica se volta al caos anche in modo minimo, porta ad un desiderio di tradurre in anarchia ogni cosa, ogni azione, in modo che l’anarchia prenda il sopravvento dimostrando che la medaglia della realtà possiede una sola faccia.
Continuarono a rompersi i cavi, mandandomi le prime volte quasi al Creatore.
Ormai è passato un po’ di tempo, ed oggi mi trovo a combattere il burattinaio perché non vuole rassegnarsi alla realtà dei fatti. La maggior parte dei suoi fili sono ormai tranciati, ma cerca sempre di metterne di nuovi lanciando degli arpioni che fanno appiglio alle mie paure ed alle mie insicurezze.
Fa di tutto per non perdere il suo potere, mi scaglia addosso forze pazzesche ma non capisce che il processo è irreversibile i suoi fili continueranno a staccarsi.
Il concetto di tempo mi ha scavalcato, non mi ha smosso, oggi mi trovo ancora a percorre la strada con Felice. Il caos che ho creato nella mia testa per rendermi libero è ancora in atto e non mi importa di rimanere fermo su un gradino di questa scala ad aspettare per il passo successivo.
Ormai credo tanto in Felice, che per lui ho perfino ucciso aiutanti del burattinaio.
Non mi importa della zizzania che può crescere nel mio percorso. Ho deciso, il caos è solo mio e nessuno mi può fare cambiare rotta, mi districo tra le altre isole vedendo solo dei poveri infelici che non hanno capito e comunque non capiranno il perché di certe azioni. Sono isole piccole anche se sembrano posizionate tutte in punti strategici, arse dal sole dove non esistono sorgenti d’acqua e la vita prospera solo per brevi precipitazioni o per la caparbietà sottraendo un po’ di sale al mare che le circonda. Isole così non vale la pena viverle, nemmeno da naufraghi. E poi ci sono isole invisibili che appaiono di punto im bianco, che sulle tua mappa non sono segnate, sono quelle in cui il drago cinese regna sovrano, nell’umido della sua sorgente, a cui attingere in modo continuo quasi esasperante, dove tutte le navi si fermano. Isole inesistenti con porti dai mille magazzini.
Spesso quando si sgancia un filo del burattinaio, vi approdo o per caso o per destino, e trovo risposte che il drago in modo diretto mi da, senza mezze misure, senza pensare al perché, mi sento protetto da lui.
Sono su questa rotta e non ho ragione, la zizzania non è altro che carburante pulito da mettere nel serbatoio della mia isola che ho tramutato in nave, per continuare a muovermi fino alla fine. Non sento nemmeno il peso di un carico che sto trasportando. Guardo al passato cercando di non affondare tra i ricordi per tracciare nuove rotte e varcare mille altre porte.
Al grosso drago devo molto, così come a Felice. Mi hanno insegnato senza volere nulla in cambio, senza chiedere, come mai era successo prima. Non provo vergogna ad attingere alla loro conoscenza, non voglio dare più peso alle interferenze del burattinaio. Voglio fare terra bruciata attorno a lui, senza bruciare io stesso, per impedirgli di paralizzare il mio pensiero.
Voglio trovare la mia pace, voglio vivere felice e contento come in tutti gli happy ending delle favole, ma ho ancora tanti cavi da tranciare per essere completamente libero.

10 marzo 2010

Per una australiana che viene dai nebrodi

Ancora una volta mi accorgo che le
Nuove tecnologie mi avvolgono
In un intrigo di niente, mi sento avvolto da un
Tenue bagliore che viene da un amore che sana l'angolino spezzato del
Arto che è diventato il mio cuore ferito.



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Once again I realize that
I embrace new technologies
In a plot of anything, I feel enveloped by a
Glow that comes from a love that heals the broken corner of
Limb that has become my wounded heart

03 marzo 2010

Che differenza c'è tra un corvo e uno scrittoio?

Il Cappellaio Matto è un personaggio inventato da Lewis Carroll apparso per la prima volta nel 1865 in Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie e che ricompare con il nome di Hatta in Attraverso lo Specchio e quel che Alice vi trovò (1871).
Come per tutti i suoi personaggi, Carroll non ne dà una precisa descrizione fisica, ma si sofferma più sul comportamento del personaggio e sul suo modo di relazionarsi con Alice.
Il personaggio nasce dall'antico detto inglese "Essere matti come un cappellaio" che derivava dall'usanza di utilizzare il mercurio nella lavorazione dei cappelli, sostanza che aveva effetti rovinosi sulla salute mentale degli artigiani cappellai.
Possiamo ricostruire il carattere e l'aspetto del Cappellaio Matto analizzando, le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, Alice on Stage e Attraverso lo Specchio e quel che Alice vi trovò.
Il Cappellaio abita nel Paese delle Meraviglie in una casetta parallela a quella della Lepre, dove invece si svolge l'azione.
Nel primo libro è uno dei tanti sudditi della Regina di Cuori. Cappellaio fallito, dedito solo a gozzovigliare, aveva partecipato ad un Festival della canzone organizzato dalla Regina, con scarsissimi risultati, era stato accusato di "ammazzare il tempo" e così da quel momento il Tempo, risentito, per lui ed i suoi compagni si fermò alle sei. Nella sua perenne ora del tè, il Cappellaio partecipa ai festini della Lepre Marzolina (Matta anche lei) e sembra non riuscire a portare un discorso sensato a termine senza interruzioni. Appassionato anche di Orologi, ne possiede uno che segna il giorno ed il mese, ma non le ore. Il suo famosissimo indovinello 'Che differenza c'è tra un corvo e uno scrittoio?' ha fatto arrovellare i cervelli dei lettori che spinsero Carroll ad inventarne una risposta.






Ma il Cappellaio Matto in realtà è in ognuno di noi....... è colui che spinge fuori tutti i pensieri, colui che non ci fa agire, come si deve, cioè, come il sistema di un osservatore esterno vorrebbe.
In altre parole è un' autodifesa per la sopravvivenza.
Pensate, quanto si può resistere sotto pressione, nella mediocrità?
Poco anzi pochissimo.
In questa situazione allora entra in gioco il cappellaio, che ti fa apparire Matto al mondo di chi ti osserva, ma ti fa sopravvivere a quella pressione imposta da personaggi che per il loro puro tornaconto, fanno apparire la normalità deviata, e quindi ti inducono a diventare matto per galleggiare nelle loro folli e insensate regole.......

Che dire di quel Burlone di Tim Burton, sarà pure lui una regina Rossa e farà si che i suoi sudditi appaiano matti?
Sicuramente per stare al gioco, anche se a certi livelli, attori e attrici debbono scendere a compromessi, quindi non sarà tanto distante l'interpretazione di Johnny Deep, dall'essere il cappellaio matto perfetto, forse gli viene così bene perché non deve far altro che pensare a smorzare quella pressione che alla fine si concretizza nei suoi ingaggi milionari.
Semplicemente dico che conservare la propria identità in periodi bui come questo, costa molta fatica e quindi meglio adeguarsi, apparire Matti e sopravvivere. Piegarsi a regole e schemi è molto più semplice che diventare regolari.
Sono convinto, che la vera forza stia nel dare voce alla propria follia, ad essere noi a dettare le nostre regole, a fare uscire il cappellaio matto dalle menti di chi ci segue, far capire realmente che il nostro operato è per il bene della comunità.
Ahimè è molto complicato il mitico Lewis Carroll si piegò al volere dei suoi stessi lettori dando una rispsota all'indovinello:
Che differenza c'è tra un corvo e uno scrittoio?
Nessuna Entrambe hanno le penne!

26 febbraio 2010

Finnegans Wake

Pippo Pollina - Franco Battiato
Progetto musicale spettacolare che ripercorre la ballata popolare Irlandese e l'opera di James Joyce


29 gennaio 2010

Rivolto a chi dice che la ricerca nel nostro paese non esiste

Questo messaggio è rivolto a chi per il bene e il progresso dell'umanità intera, voglia fare qualcosa di concreto.
Partiamo dalle basi......per progredire in una ricerca scientifica, oggi si ha bisogno di capacità di calcolo e nella maggior parte dei casi i ricercatori non hanno a disposizione...
Da un po d'anni è nato un servizio, che permette a utenti che non stanno utilizzando la propria CPU di condividere questa risorsa.[ Superlink@Technion ]
Sapete quanto il vostro PC rimane inattivo mediamente in una sola giornata?
Ve lo dico io: 2 ore se l'uso è solo quello di video scrittura o traffico internet.

Allora rivolgo un appello a tutti quelli che ritengono che in Italia la Ricerca non esiste.... Non è così. La ricerca la possiamo fare tutti basta sperare la propria risorsa senza pensarci troppo.
Come si fa?

Semplicissimo:
  1. si scarica il programma a questo Link;
  2. si lancia l'applicazione a Download completato;
  3. ci si aggancia ad un gruppo per lavorare ad un solo progetto per volta Link cliccando Join;
Siete anche voi parte integrante di una rete di ricercatori magari Italiani, che non hanno la possibilità di avere soldi ed attrezzature dallo stato.......




20 dicembre 2009

Il Flauto Magico / The Magic Flute

Come una dolce musica su di un flauto traverso echeggia trasmettendo un fiato al cuore iniziò la nostra storia... note che rievocano parole, incontri, passioni, vorrei essere su ogni tasto e ripercorrere ogni attimo trasportata dal suono dolce e delicato della tua anima, tenerti per mano e volare laddove la natura mescola ogni suo elemento... amore melodioso dal tono alto... pause che non avresti mai voluto ascoltare... ritornelli che ti avvolgono sempre più... piano, piano fino a sorprenderti facendoti godere degli ultimi istanti... la musica sta per finire... resta solo il brivido che ogni lacrima lascia scorrere... per sempre.

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How sweet music on a flute echoes sending a draft to the heart our story begins... notes that recall words, encounters, passions, I would be on each key, and retrace every moment carried by the sound of your sweet and gentle soul, keep hands and fly where nature mixes its entirety... love melodious tone up... pauses that you never wanted to hear... refrains that embraces you ever... slowly, slowly making you be surprised to enjoy the last moments... music is finally...remains only the excitement that each tear left to drain... forever.

11 dicembre 2009

Elio

Essere la mia mente che galoppa
La mia anima troppo gentile
Io che sembro un burbero in realtà
Oltrepasso la mia stessa soglia per divenire.

02 dicembre 2009

Luna


Questa anima dai colori cupi, a colpo d'occhio,
nasconde le cose, poi la guardi e ti accorgi che è
come la luna,
l'astro che restituisce luce,
diafana,
fredda ma che se piena rischiara i pensieri e li lascia
trasferire.
Vorrei essere irradiato completamente preso.


17 novembre 2009

Pessimismo


quando ti sembra che tutto stia diventando scuro........sei solo al tramonto.........la notte deve ancora arrivare..........

01 novembre 2009

Le parole suonate da Giovanni Allevi / The words played by Giovanni Allevi

Acrostico per una FAN


Contento, quando cala il tramaonto,
Ritorno con la mia anima alla condizione
Ideale di persona comune.
Stimolato da una intensa
Tensione che si diffonde in tutto l'essere
Inicomincio a vedere meglio, dirado così la
Nebbia che mi ha circondato e finalmente sento,l'unico pensiero vero:
"Amore".

22 ottobre 2009

OROBORO


L'AVENTO DEL SERPENTE CHE SI MORDE LA CODA.


Nel momento Dio in cui becca in fragrante Adamo ed Eva ...dice al serpente: Poichè tu hai fatto questo , sii maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche!Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inamicizia tra te e la donna , tra la tua stirpe e la sua stirpe, questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno!"
Nonostante ciò il simbolismo è aperto alle più varie interpretazioni. Nell'antico Egitto , esso era usato come uraeus, il cobra che decorava il copricapo della famiglia reale come "Signore della vita e della Morte", sommo simbolo del potere terreno. Secondo i cabalisti ebrei medievali , il numero segreto esoterico del serpente nell'Eden è lo stesso del Messia: come scrisse A. Crowley , mago e divinatore di pessima fama, ma di cultura sconfinata: il serpente è il Liberatore", sottolineando che "il serpente è anche il principale simbolo dell'energia maschile " e "creatore e distruttore che opera ogni cambiamento". Per gli gnostici cristiani , il serpente , attorcigliato attorno all'Albero della Vita , doveva essere celebrato come latore di GNOSIS , di profonda illuminazione personale dello spirito (= il serpente dice a Eva che mangiando il frutto avrebbero fatto discernimento tra bene e male e i loro occhi si sarebbero aperti).Per i tantrici orientali, il serpente rappresenta il potere della kundalini (=che significa proprio serpente), la forza sessuale creatrice normalmente immaginata come raggomitolata alla base della spina dorsale , se stimolata, essa produce un intenso flusso di calda energia , ma se la persona non è preparata a questo risveglio, la forza spirituale si trasforma in una terribile forza incontrollata.Nel racconto bibblico , non si dice che il serpente è il diavolo , Satana o Lucifero. Si tratta quindi di un semplice serpente che si comporta come tutti i normali serpenti: tenta la donna....le connotazioni sessuali possono essere ovvie nel mondo post-fruediano, ma non così vistose ai ns antenati...In ogni caso tra la storia del malvagio serpente e il concetto di una sua possibile missione o possessione da parte di un'entità diabolica...il passo è breve, infatti Milton scrive: "---il serpente, o piuttosto Satano nascosto nel serpente,il vile serpente entro cui mi trasfusi..."
Pensate che l'identificazione del serpente col male è così radicata ormai nella cultura e nella società che proprio una serpe , con la lingua a penzoloni, è lo stemma della "casata dei Serpeverde" di Hogwarts, alma mater di tutti quei maghi che , nella saga di Harry Potter, si mettono sulla cattiva strada...


Similmente alla travolgente forza vitale partorita dalla Madre all’ ’ origine dei tempi, il Serpente è la Vita stessa, è lo slancio che dal basso si innalza verso l ’ alto, emergendo vorticosamente dall’ ’ oscurità verso la luce, dalle tenebre dell’ ’ ignoranza al lume della Conoscenza. Ed è proprio la Conoscenza ancestrale che il Serpente custodisce e protegge nel suo Essere, poiché esso è la manifestazione vivente e, al contempo, il guardiano della Saggezza che dimora nell’ ’ intimo e caldo mondo sotterraneo, laddove l ’ incantevole respiro della Madre può ancora essere chiaramente percepito, e nessuna falsa verità, nata dall’ ’ illusione che governa il mondo umano, può insinuarsi. Ma il mondo sotterraneo non è solamente luogo di terriccio umido e tiepido, ma anche di sorgenti e grandi corsi d ’ acqua. Per questo il Serpente è signore non solo della terra ma anche delle acque che dalla profondità tendono a salire verso l ’ alto e ad emergere alla luce del sole, e nelle quali la vita ha avuto inizio. Il suo letargo stagionale e, soprattutto, la sua muta, rappresentano il perenne Ciclo della Grande Madre, che mostra a coloro che la vogliono ascoltare come la Vita si trasformi lentamente in Morte, e la Morte in nuova Vita; ma il Serpente simbolizza particolarmente il passaggio che unisce la Morte alla Rigenerazione, il sonno al risveglio, ovvero il cambio di pelle, la trasmigrazione dell’ ’ Anima da un corpo che cessa di vivere ad un altro concepito nel Ventre, oppure la morte iniziatica, la profonda trasformazione nata dal pieno raggiungimento della Consapevolezza divina, alla quale consegue una rinascita spirituale. Per questo nel Serpente vi è il potere della Guarigione profonda, intesa sia come annullamento e liberazione da ogni stato oscuro e da ogni malattia spirituale, in seguito al contatto diretto col Divino; sia, su un piano più prettamente materiale, come eliminazione dei mali fisici. Il suo veleno, infatti, anticamente era unito a particolari erbe medicinali e usato, in piccolissime dosi sapientemente preparate, per curare certe malattie. Come richiamo alla forma fallica, ma anche a quella uterina, il Serpente è un animale connesso anche al potere generativo, alla fertilità, alla nascita e alla crescita, ma soprattutto alla sessualità, all’ ’ erotismo trascendente e all’ ’ unione degli opposti, ovvero dell’ ’ Essenza femminile e maschile, non solo rappresentate dall’ ’ uomo e dalla donna comuni, ma soprattutto da quelle energie opposte insite all’ ’ interno di ogni singolo essere umano. Queste energie o polarità opposte sono state raffigurate in diverse culture proprio come due serpenti, uno rosso, corrispondente all’ ’ energia positiva e maschile, e uno blu, corrispondente all’ ’ energia negativa e femminile, che si intrecciano armoniosamente su per la spina dorsale, creando quella sacra corrente elettrica trasformatrice che nella spiritualità induista viene chiamata kundalini. Anche kundalini è rappresentata come un serpente tre volte arrotolato alla base della spina dorsale (in un punto particolare tra l ’ ano e i genitali), dove si dice che dimori, addormentata; il suo risveglio, seguito a pratiche misteriche segrete, si dice che possa condurre l ’ iniziato in uno stato di trascendenza divina, e ad una ricongiunzione animica con la Divinità. Si tratta quindi di una profonda mutazione interiore, di un Risveglio completo, di una Comunione perfetta e meravigliosa con la Madre primigenia, e quindi di una Rinascita ad una nuova vita illuminata dalla Saggezza che è scaturita proprio dal potere del Serpente, la sacra energia creativa della Grande Dea. L ’ armonia dei Serpenti è la profonda armonia dell’ ’ iniziato, il loro equilibrio è il suo equilibrio, il loro potere è il potere che, reso nuovamente attivo, ora traspare da lui e permea la sua vita rendendola veramente Sacra. Emergendo dal suo mondo ombroso, del quale egli è signore, il Serpente non emerge da ciò che è malvagio, ma semplicemente da ciò che è sconosciuto alla comune e limitata mente umana, e porta con sé la Saggezza ancestrale. Abbracciare il Serpente significa riabbracciare la Saggezza della Terra e sentire la sua Voce. Coltivare il potere del Serpente significa alimentarlo per far sì che si risvegli, e che conduca in quei mondi in cui la Sorgente primaria, intatta e purissima, può ancora essere contemplata e Conosciuta. Particolarmente radicato nel mondo femminile, figlio della terra e delle acque, e maestro di rigenerazione, il Con movenze sinuose emerge dalle profondità terrestri, sorgendo dagli oscuri anfratti nascosti e protetti. La sua dimora sono i grovigli di radici intricate, le cavità terrose, ma anche le sorgenti, i corsi d ’ acqua e le paludi, i margini dei sentieri battuti dal sole e i rami degli alberi, delicatamente ombreggiati dal fresco fogliame. Animale ctonico e misterioso, custode di un immenso potere primordiale, il Serpente ama celarsi nel tepore del profondo ventre della Grande Madre, luogo primigenio in cui tutti i segreti sono conservati con cura, e le antiche energie terrestri scorrono e si concentrano. Di queste energie il Serpente è figlio e simbolo antichissimo, legato ai movimenti del sottosuolo, ai moti nascosti che danno origine al Mutamento interno, al potere della trasformazione lenta o repentina; profonda e cullante come il battito del cuore terrestre, o tremenda e irrompente come le violente vibrazioni che generano i terremoti.
Serpente è intimamente legato alla Luna, che con i suoi continui passaggi dalla luce all’ ’ ombra ne rappresenta il segno celestiale. La Luna, Signora dei cicli, dei ritmi, delle maree e dell’ ’ utero femminile, così misteriosamente sensibile alla sua musica di silenzi e armonie, è anche Signora dell’ ’ eterno susseguirsi di Nascita e Morte, e come il Serpente cambia il suo aspetto, la sua “ pelle ” , seguendo l ’ eternità del Tempo, che nel suo essere immutabile cambia continuamente e dà luce al divenire. Il Serpente, nascosto nell’ ’ oscurità, rappresenta particolarmente l ’ aspetto della Luna nera e il suo potere di trasformazione, il mutamento che avviene nel passaggio dalla fine di un ciclo all’ ’ inizio di quello successivo, illuminato da una nuova luce. Se lo si guarda mentre si morde la coda, come nell’ ’ immagine dell’uroboro mitologico, si scorgerà proprio il simbolo dell’eterno ciclo senza inizio né fine. Il morso del Serpente sulla propria coda è l’istante stesso in cui avviene il passaggio, il risveglio che segue il sonno della morte. Esso è “ Colui che risveglia ” , per questo la sua potente presenza aleggiava anche nel momento in cui nella donna comparivano i primi segni del sangue sacro, il ciclo mestruale che infondeva in lei il nuovo e immenso potere di generare. Si riteneva infatti che la causa del ciclo femminile fosse proprio il morso di un serpente, portatore del Cambiamento, e che durante il mestruo le donne potessero attirare l ’ amore del Serpente, che sentendo il loro stato particolare avrebbe potuto fecondarle. Erano guardiane e mantenitrici del Potere del Serpente, che in loro era risvegliato e attivo, e interagivano direttamente con esso, come mostrano anche antiche statuette di Donne che tengono i serpenti tra le mani o sul ventre, oppure, nel caso delle Baccanti, li ripongono in un canestro (forse simbolo del grembo femminile, luogo per eccellenza in cui la Madre potrebbe far sentire la sua meravigliosa Presenza). Le Pitonesse erano pertanto messaggere della Dea e Sue voci sacre, ed Ella parlava tramite loro, in modi misteriosi e magici, facendo di esse le Sue dirette intermediarie con il mondo dei comuni esseri umani; degli uomini che a loro si rivolgevano umilmente chiedendo responsi e saggezze. Ma la Voce della Madre, scaturita dalla Terra e conosciuta tramite il potere del Serpente, prese ad affievolirsi e tornò quasi completamente nelle profondità del sottosuolo. Allo stesso modo il Serpente, che danzando l’arcaica creazione era emerso dagli ombrosi anfratti terrestri, scivolò in essi nuovamente, non appena l ’ ignoranza del mondo umano iniziò a prevalere e si permise di schiacciare sotto i piedi l ’ antica Conoscenza. Di tutte le culture solo quella ebraica ripudiò il serpente e lo scacciò dalla sua primaria posizione, provocando una perdita inestimabile e il prevalere dell’oscurità e dell’illusione di possedere verità che invece si erano ben nascoste nelle cavità delle rocce, degli alberi, della terra e di tutti quei luoghi naturali che avrebbero potuto nasconderle e proteggerle, mantenendole però a disposizione di quei pochi fortunati che, accogliendole, le avrebbe riassorbite in sé. L’ultima immagine che ci appare del Serpente è quella della Tentazione. Lo vediamo mentre tenta la “ prima ” donna creata dalla costola di un uomo, Eva, e accanto a lui vive una succosa e rossissima mela, anch’essa simbolo della Grande Madre archetipa e della sua immensa fecondità. La tentazione del Serpente alla Donna è la tentazione di lei di riafferrare la Conoscenza che da sempre le era stata accessibile, e che ora sembrava preclusa da un ordine piovuto da un Dio Padre celeste, che dall’alto dei cieli non poteva più avere nessun contatto con la sacralità della Terra vergine e sensualmente rigogliosa. La mano di Eva, che tocca la mela rossa e, con un breve e netto gesto, la stacca dall’Albero della Conoscenza, è l'atto del rifiuto della Donna di sottostare ai voleri di una divinità misogina e maschilista, la sua volontà di mordere la Saggezza e di nutrirsi nuovamente di essa, di riunirsi ai flussi della Natura e alla sua arcaica Consapevolezza muliebre. Non appena il Serpente viene da lei ascoltato ecco che dal grembo femminile riprendono a sgorgare i flussi del sangue sacro, che il Dio maschio le aveva tolto. Il sangue sacro che è il Mistero della Donna, il suo potere, il suo sapere, la sua eredità lasciatale dalle sue lontane Antenate, e prima ancora di esse dalla splendida Madre primigenia. L’atto della Donna è stato considerato l ’ atto della disubbidienza, e per questo motivo ella è stata schiacciata insieme al Serpente in una condizione di totale subordinazione all’uomo padrone. Ma la sua natura è la natura dell’Ascolto di ciò che è nascosto. La sua indole ereditaria volge alla Grande Madre. La sua volontà tende al ricordo della Sorgente della Saggezza. Come custode del potere terrestre, il Serpente percepisce ogni movimento del suolo e del sottosuolo, prima ancora che i suoi effetti si verifichino e si mostrino sulla superficie della Terra e agli occhi degli uomini. Esso è quindi considerato l ’ animale della Profezia ed era proprio la Profezia ciò di cui si occupavano le antiche Sacerdotesse che venivano chiamate pythie (serpi), pitonesse o drakaine, e che erano particolarmente affini all’aspetto della primitiva Dea Serpente, raffigurata nei reperti archeologici con testa di serpente, arti serpentini o simboli di spire (emanatici di forza rigenerativa), spirali e linee ondulate, a imitare il movimento del rettile e i segni che questo lascia sulla sabbia al suo passaggio. Attraverso la loro Conoscenza e il loro intimo legame con la Terra e le dimensioni divine, queste Sacerdotesse percepivano la Voce della Grande Madre, i Suoi movimenti, il Suo volere, o semplicemente ciò che sarebbe successo in futuro e ciò che era accaduto in passato.
La sua Danza è la sinuosa Danza serpentina. Ella ama il Serpente e il Serpente ama la Donna. E nel momento della loro ricongiunzione le Antiche Armonie sono in lei ricostituite, ed ella ritorna ciò che era stata nelle epoche remote. Una meravigliosa espressione della Divinità, e una manifestazione del suo incorruttibile potere. * Articolo di Violet. tratto da Il tempio della Ninfa e © pubblicato nel libro: Il Tempio della Ninfa -Raccolta di articoli, racconti, canti dal profondo del bosco - Vol. I Fonti: Il Linguaggio della Dea, Marija Gimbutas. Longanesi, Milano, 1989 Le dee viventi, Marija Gimbutas. Medusa Edizioni, Milano, 2005 La femmina sacra. Sheela, la dea dei celti, Maureen Concannon. Arkeios, Roma, 2006 Luna Rossa, Miranda Grey. Macroedizioni, Diegaro di Cesena (FC), 2004 Animali di potere, Nicki Scully. Il Punto d’Incontro, 2003 Le Maschere di Dio: Mitologia Occidentale, Joseph Campbell. Oscar Mondadori, Milano, 1992 Il Corpo della Dea, Selene Ballerini. Atanòr, 2002 Alla ricerca della Luna, Ada D ’ Ariès. Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 1997 La casa delle Donne dagli occhi luminosi, Ada D’Ariès. Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 2006 Le Vergini Arcaiche, Leda Bearne. Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 2006 Figure di donna nei miti e nelle leggende, Patricia Monaghan. Edizioni Red, Milano, 2004 Il vischio e la quercia, Riccardo Taraglio. Edizioni L ’ Età dell’Acquario, Torino, 2001 Ladies of the Lake, Caitlin Matthews HarperSanFrancisco, London, 1992 Le Dame del Lago. Le Damigelle del Graal e la Rinascita della Terra [1], di Violet http://www.robertolapaglia.com/animalistreg.htm [2]