Aton è una divinità solare della
mitologia egizia. È rappresentata dal grande globo luminoso che esercita la sua benefica influenza, datrice di vita, attraverso i raggi, di cui tutti sentono lo splendore e il calore, e le mani, strumento ultimo di contatto col divino. Una simile concezione poteva essere rappresentata visivamente senza raffigurare l'Aton sotto forma umana.
Il faraone
Akhenaton e la sua famiglia mentre offrono doni votivi ad Aton
Decine di divinità affollavano il pantheon egizio, ma il
Sole fu sempre al centro di una venerazione particolare e probabilmente rappresentò meglio di altri il divino in senso universale. Proprio questa stella fu protagonista dell'unico episodio, nell'ambito della religione egizia, di
eresia monoteistica, o più correttamente
enoteistica, in quanto un dio rappresentava tutte le divinità venerate.
Padre e madre di questa rivoluzione furono il faraone
Amenofi IV e la sua grande sposa reale
Nefertiti durante la
XVIII dinastia del
Nuovo Regno. Assieme diedero vita ad un nuovo modo di intendere il culto del Sole, unico dio e re, con il nome Aton, sostituendolo alla teologia solare
tebana che adorava
Amon. Il sole, che prima veniva rappresentato come un uomo dalla testa di
falco, venne simboleggiato dal disco, dal quale partono i raggi terminanti in mani tese, che porgono
Ankh, la chiave della vita, agli umani e a tutto il creato. Come a dire che non bisogna adorare l'idolo, il segno, ma ciò che sta dietro, il principio di luce che dona effetti benefici a tutti, anche al di fuori dell'Egitto. I due regnanti erano sempre associati nei rituali dedicati al culto del dio, tanto da far supporre che ci fosse stata una equiparazione tra i due, fatto altrettanto nuovo nella storia dei Faraoni.
Sia il faraone che la regina cambiarono il proprio nome: da Amenophis ("pace di Amon") in
Akhenaton ("colui che è utile ad Aton") il faraone; da
Nefertiti ("la bella è arrivata") a Neferneferuaten-Nefertiti ("Aton e raggiante perché la bella è arrivata"). In seguito trasformò il grande tempio del dio Amon -
Ra a
Karnak in un complesso del culto dedicato ad Aton, inimicandosi profondamente la casta sacerdotale, pur avendo fino agli ultimi anni del regno lasciato libertà di culto. Quando gli
Ittiti sottrassero nel Nord del paese due città fortificate che versavano i propri tributi direttamente nelle casse del clero di Amon, il Faraone non intervenì, allargando sempre più la frattura con questa parte molto influente della società.
Nel V anno del suo regno, il faraone diede inizio alla costruzione di una nuova capitale, che chiamò "Akhet-Aton" ("Orizzonte di Aton"), l'odierna
El-Amarna (erroneamente ricordata anche con il nome di Tell El-Amarna), città che con i suoi templi con grandi cortili aperti dove celebrare i riti del nuovo culto avrebbe dovuto celebrarne la grandezza, la vitalità e la possibilità per tutti di riceverne i frutti (giova ricordare che in precedenza il culto veniva officiato nel segreto di buie cappelle ricavate all'interno dei templi, cui potevano accedere solo gli iniziati).
Il passaggio al culto esclusivo del Dio Aton avvenne solo verso la fine del regno di
Akhenaton, probabilmente come misura repressiva in risposta alla crescente ostilità del potente clero di Amon, che si era visto ridurre drasticamente sia il potere quanto le entrate e che sicuramente tramava contro il Faraone e il suo nuovo corso religioso.
Ufficialmente la nuova religione ebbe breve vita: già quello che si suppone essere il genero di Akhenaton, Tutankhaton, sebbene molto giovane, restaurò l'antico culto, cambiando il proprio nome in quello di
Tutankhamon ("immagine vivente di Amon") e riportando la corte a
Tebe.