11 aprile 2007

La Vita Perigliosa di Giosuè Parte 2

Legge fisica inattacabile dalle vecchie teorie, modernissima nelle definizioni, ma stretta a ridurre il tempo in un borgo di provincia senza spazi da utilizzare e azioni da intraprendere.
Era questa la realtà, intrappolati in un'esistenza che accomunava poche centinai di anime e che portava alla consapevolezza che ognuno era importante per se e non aveva del resto, voglia di anticipare nulla di se agli altri.
Esistenze, fatte di parenti e invidie democratiche, per piccoli uomini ingigantiti da piccole azioni comuni fatte per le loro famiglie.
Giosuè aspettava, era l'unico in paese ad avere una memoria fotografica che gli permetteva di avere la sensazione di conoscere anche chi era passato solo una volta, nel suo piccolo hotel "Nelson" unico personaggio famoso che si era degnato di fermersi tra quelle quattro case. Quest'ultimo era passato nell'Ottobre del 1797 anno prima della caduta di Ferdinando I re delle Due Sicilie, che a seguito dei moti rivoluzionari sfociarono nella nascita della "Repubblica Partenopea", dovette abbandonare Napoli e rifugiarsi con l’aiuto di Nelson in Sicilia, a Palermo. Nelson fu contentissimo di aiutare il re in decadenza perchè già aveva intenzione di occupare quelle terre. Infatti nel 1799 re Ferdinando fu rimesso sul trono di Napoli, grazie all’aiuto dell' inglese, che aveva sconfitto la flotta francese nella battaglia di Abukir impedendo alla Francia la supremazia nel Mediterraneo.
Nelson soffocò nel sangue la repubblica partenopea e liberò la monarchia borbonica da uno scomodo avversario avuto in consegna, il Caracciolo, eroe della rivoluzione napoletana. Con una decisione che suscitò sdegno e che gli venne rimproverata dai suoi stessi connazionali, lo impiccò sulla sua nave, dopo un sommario processo, alla presenza della sua compiaciuta amante, l'avventuriera Emma, la giovane moglie dell’anziano ambasciatore inglese, Sir William Hamilton. Ferdinando I, in segno di riconoscenza, concesse a Nelson, in perpetuo, l'Abbazia di Maniace, le terre e la città di Bronte(in greco tuono) nello stesso modo come in passato erano appartenuti all’Ospedale di Palermo. Nel passaggio di proprietà «vi congiunse come diritti il novero di tutte le usurpazioni, abbenchè contraddette e condannate»........

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