11 dicembre 2016

Sogni belli

In due parole il
sapore di magna Grecia
si affaccia al balcone della mente,
sorretto da volute di tufo
e ferro battuto dal barocco.

Ingigantisco ogni bene.

Gonfio ogni onda di quel mare
Sicano e come vento tra le fronde
di ulivi saraceni,
arrivo a te dolcissima Penelope.

08 dicembre 2016

Rigidità

Ossi tra i pensieri
non fanno muovere
irrigidiscono.

Il buio li ricopre
nascondendoli
e ingorghi nebbiosi
affaticato la vista.

...non pensare,
corri per istinto
pur non vedendo,
affidati e lasciati
scorrere,
la cascata ti porterà a galla...

01 dicembre 2016

Un Re

Raccolti gli insulti e le cattiverie,
ripulii la scacchiera della vita 
e misi in spalla tutto riempiendo il sacco.
Cercai in qualche modo di pensare
ma l'amore che provavo, mi offuscò.

Che fare se non aspettare,
sussurrai i miei intenti all'alfiere,
che subito prese il cavallo
e andò ad aprie la torre.

Cominciai a correre
e mi trovai li arroccato nel punto più alto.
Da quel posto vedevo tutto.

Lei era lì
giù
che mi guardava,
contenta di avermi ferito.
Sentivo bene il suo odio,
ma nulla,
sarebbe stata la mia regina
ugualmente
senza remore
l'avrei protetta ed amata.

Fu solo quando capii
cosa comandava il mio cuore
che sguainai la spada
e poggiata la punta tra le mie scarpe,
alzai lo sguardo verso l'alto
e fiero di me stesso e delle mie scelte
contemplai la scacchiera.
Era grande,
avrei dovuto combattere
per rimanere libero
dopotutto
ero il Re.

28 novembre 2016

Il sorriso

Si infrange su quello il mio pensiero...
sempre più in là con la memoria....
sono a guardare ciò che il mio mondo mi vuole far vedere...
poi mi imbatto nel tuo sguardo...
e il tuo sorriso fa argine a tutte le mie proposizioni...

11 ottobre 2016

Dritto dal cuore

Guardo questo mare
affacciato da quel cielo
e i pensieri si intensificano.

Speroni di nubi percuotono
i fianchi delle colline
e alle spalle sento quelle montagne
con i piedi nel mare,
tumultuare di eruzioni mai avvenute.

Lische di pesci si arenano ai miei piedi
e conchiglie dai colori smunti e bitorzolute mi appagano.

Ma a nulla varrebbe tutto quello che incrocio
se e solo se la foce di ogni fiume della
legione dei più che mi si cumula dentro di me,
non sbocchi nel mare del tuo cuore o musa.

Solo tu mi dai pace...
solo per te torno.

03 settembre 2016

Sauro all'aglio

Il disinteresse della gente... mi fa rimanere basito...
Alla gente non gliene frega nulla, di quello che stai vivendo, delle cose che ti possono succedere... nel loro cervello tutto rimane e ruota attorno al proprio ego... e pur dicendo ti amo non si rendono conto che il loro comportamento comprova l'esatto opposto.
Sono schifato dall'egoismo umano.
Sono schifato dalle menzogne.
Sono schifato da tutto ciò a cui ho dedicato tempo... denaro e soprattutto amore...
Sono schifato a tal punto che ho deciso di rendermi invisibile...
Sono schifato che sparire prima di spirare... mi rasserena un po...
Almeno così non dovrò competere con un sauro all'aglio.

11 maggio 2016

Confidenza


L'ultima volta era quella che contava,
sarei tornato per quei piccoli gesti,
per quelle carezze.

Un pensiero lambiva la mia mente,
era presente.

Era come un insieme
di rami secchi,
aggrovigliati e contorti.
All'interno ben nascosto,
nidificava un picchio.

Era lui che batteva continuamente sui miei sensi.

Era lui che da li mi avrebbe fatto capire in confidenza
che non sarei durato a lungo.

Quel mondo non sarebbe stato più per alcuno.

Quel genere non avrebbe potuto più avere.

La mia guerra interiore,
sarebbe sfociata in una opaca e poco proficua pace.

14 aprile 2016

Riprendere fiato

Uscendo dalle tenebre
mi ritrovo a pensare al male ricevuto...
ed anche se il buio del mio io non
vorrebbe farmi uscire...
mi affaccio seriamente alla luce della vita...
per poter di nuovo riprendere fiato...

12 aprile 2016

Pensiero di bassa lega

Articolando qualche pensiero
giro le spalle alla retta via ed
osando scendo nel limbo delle
più impensabili pulsioni.
Voglio picchiare, non pensare,
non guardarmi indietro
e cercare in un muro l'unico amico, che può rimanere e senza più animarmi, tornare... per non ripartire mai più 



29 gennaio 2016

Rimprovero di padre


Quella mattina a Palermo ho visto il mare, era disteso tranquillo sotto un lenzuolo sgualcito di nuvole.
Mi resi conto che in qualche modo cercava di parlarmi.
Dall'aereo non capivo cosa dicesse, allora chiesi al conducente di fermarsi un attimo e scesi per ascoltare.
Il suo parlare era lento e cadenzato, direi quasi ondoso.
All'inizio non capivo bene cosa dicesse, poi cominciai ad afferrare il discorso...
"...Caro figlio, non ti sei reso conto, la gente non  fa sconti, sono tutti volti al se supremo, individualisti, finti e poi chi dice che la bruttezza esteriore è per forza bellezza interiore, la gente non fa sconti, deve guadagnare qualcosa in tutto, devi seguire la via non l'istinto per essere sereno, tua madre, il cielo, lo dice sempre 《i nostro figli sono degli sciocchi si fanno incantare dagli uomini》 ed io gli do  ragione. Quindi abbi cuore aiutati a non soffrire più."
Su quel raggio di luce che mi reggeva, incominciai a piangere e le mie lacrime si trasformarono in pioggia battente sul mondo sotto di me. Mio padre, il mare, tacque in quell'istante per sempre.
Decisi di rientrare in cabina, diedi una mancia al conducente paziente, che riprese a volare.
Lui subito, mi chiese del perché piangessi... mi voltai e andandomi a sedere al mio posto, il numero quarantatre, dissi: "ero innamorato e mi sono reso conto che invece mi aveva annullato..."
I miei compagni d'alta quota mi guardavano esterrefatti ... Uno di loro si alzò e mi disse che aveva ascoltato anche lui la mia discussione con il mare, dal suo finestrino aperto e che non sopportando il peso delle parole di mio padre benevolo,  si sarebbe fatto morire da subito... io dissi di no urlando a scarica gola, ma lui aveva deciso. Dal posto numero cinque il passo alla porta era breve... tutti lo vedemmo volare giù senza nemmeno cercare di afferrare un raggio di sole o un lembo di nuvola per non morire. Il conducendo cercò di frenare sterzata rapidamente, ma la terra lo accolse con un tonfo sordo. Se ne era andato per sempre dal nostro aereo, sul posto numero cinque c'era ancora il biglietto ed era nominativo... mi resi conto che era morto il signor Felice Sorriso.
Piansi ancora e mi guardai attorno, ero rimasto con tanti compagni... ma nessuno osò mai più guardarmi in faccia... non sopportavano il mio pianto ininterrotto.
Sono ancora, dopo tanti anni, a bordo di quel veivolo... non mi sono più affacciato per sentire cosa dicono fuori da me... viaggio... non mi curo e soprattutto non penso più... solo il rimprovero di mio padre è rimasto... e con la terra morta, ai miei piedi, continuerò a volare senza mai smettere di piangere.