02 settembre 2008

Esclusione VII parte

In laboratorio, preso da tutto ciò che mi stava intorno, le mie braccia erano un ruotare continuo sapevano bene cosa fare, ancor prima che il mio impulso celebrale li comandasse, e i miei occhi sprofondavano all'interno di ogni piccolo oggetto io avessi in mano, il vento fuori ogni tanto bloccava i miei movimenti, l'ansia che presto sarebbe arrivato mi impediva per numerosi istanti ma la voglia di raggiungere il mio obiettivo mi portava a restare con i piedi lì.
Una piccola finestra era sul bancone al quale lavoravo, il vento sempre più forte sembrava volesse entrare, frugare fra tutto ciò che stava intorno, era notte ormai, e non era la luna ad illuminare i miei pensieri, il mio cuore si agitava sempre più, il sangue scorreva insieme al vento, poi all'improvviso la luce del lampo m'invase e il tuono lo fece vibrare tutto dentro di me. Come la lama di un coltello mi sentì lentamente aprire la mia mandibola fino al cervello. Mi piegai sulle ginocchia, l'intensità aumentava, cercavo di non pensare ma ogni filo di luce invadeva, tagliava, ogni parte del mio corpo. Mi piegavo sempre più, come un bambino mi ritrovai rannicchiato nel raggio di tre mattonelle, piangevo.

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