01 febbraio 2011

Monologo di un siciliano

Qui non c'è nulla per nessuno, io galleggio, sopravvivo....
Non so per quanto ancora, ora le necessità sono tante e sarò costretto ad emigrare, lo so.
Il tessuto sociale si sta sfaldando ed io sono in un intreccio di fili, sempre più sottili. Certe volte mi sento inetto perché la società invece di premiarci, ci butta a terra, fa innalzare solo gli stupidi, quelli che non hanno voce o meglio quelli che la voce non la alzano.
Mi sento al palo, senza potermi muovere guardo attonito il mondo che mi circonda e mi sento inerme solo.
Raccomandazioni e favoritismi per voti politici, non riesco a innescare nulla, solo urla rimpianti e un corale "Sursum Corda".
All’apparenza non mollo.
Almeno la corazza appare lucida e brillante .
Poi voi tutti, siete la mia valvola di sfogo, voi che leggete, sapete quello che veramente penso.
Per il resto appaio come un leone pronto a graffiare.
Così sono agli occhi dell'opinione pubblica.
So che nella vita non conta solo il denaro e lo status simbolo ma questi diventano strumenti di convincimento.
Molti mi considerano un grande, ma lotto giorno dopo giorno per apparire quello che non sono.
Il vero me lo conosce solo chi legge nel profondo del mio animo.
Le mie angustie e i miei pensieri più intimi li conoscono in pochi.
Io credo in tutto ciò che ho fatto e in tutto ciò che faccio, sono “uno” a cui piacere fare quello che dice e non dire quello che fa.
Questo è quello che conta, non avere rimpianti e neanche rimorsi per questo sono apprezzato, stimato e temuto da molti, perché mi vedono come un vincente, "uno" che riesce a vivere bene in una società dove non c'è nulla per nessuno.
Ma non è così in fondo, nel mio animo tutto questo, lo so, è effimero e passeggero.
Cosa mi manca?
La sicurezza di poter continuare a vivere e la certezza che la mia prole possa in qualche modo avere quello che bene o male ho avuto io....... in Sicilia..... perchè?
Perché la Sicilia è anche mia.

14 commenti:

Unknown ha detto...

Mi manca la Sicilia, la mia terra, la mia gente. Sentire il tuo monologo mi stimola a risponderti con un’altro monologo, che diventa sfogo. Lo sfogo di chi nella propria terra non è riuscito a far radicare le proprie virtù e le proprie speranze. Già speranze. Perché di queste in Sicilia ci si nutre di speranze. Adesso dopo tanti anni di “emigrazione” nazionale, nel profondo nord, il mio convincimento è cambiato. Tu mi dici: “….ti farò vivere la Sicilia più di quanto tu possa pensare perché so quanto ti può essere lontana”, e io ti rispondo ne ho tanto bisogno, ma…..bisogna rivedere alcune cose per evitare che si ricade nel vecchio ma concreto teorema, ad oggi verificatosi ”
….. cambiare tutto per non cambiare niente”.
La nostra terra ha bisogno di rivoluzione, e non quella che attualmente coinvolge i nostri dirimpettai Nord Africani, quella l’abbiamo superata tanti anni fa, ma una rivoluzione più difficile da realizzare, quella culturale. La nostra società si sfalda e l’unico modo per tenerla insieme è l’aggregazione di quei soggetti, quelli come te, che sentono il bisogno di reagire al sistema delle raccomandazioni, ai favoritismi in cambio di voti, ai politici di turno, che prospettano, appunto, speranze e false illusioni. Non bisogna più sopravvivere, ne tanto meno galleggiare, bisogna piuttosto raccogliere tutte le intelligenze e le professionalità sul territorio per creare un polo che crei nuove opportunità. La società siamo noi, lo saremo se non ci lasciamo sopraffare da chi usa i nostri bisogni in cambio del loro potere. La rivoluzione consiste nella “Presa di Coscienza”, quella coscienza civile che non vuole abbassare la testa, che reclama il diritto di non emigrare, il diritto di poter costruire le condizioni e le prospettive di non fare emigrare i nostri figli, non bisogna perdere di vista ne l’autostima ne la convinzione che tutto ciò cambierà. Bisogna fare branco, e dico branco, non gruppo o team, branco feroce, usando gli strumenti di cui noi già disponiamo, la rabbia e l’intelligenza unite alle nostre capacità. Combattere il sistema politico e l'ignoranza sociale si può, ma bisogna ….cominciare per arrivare. Non bisogna sentirsi “vinti”, da soli non si potrà fare emergere il cambiamento. Oggi deve prevalere il sentimento di reagire in massa, senza avere rimorsi e rimpianti, ma voglia di riscatto. Bisogna essere realisti, e non rassegnati che nulla è più possibile. Non è vero che i pozzi sono tutti secchi, non sappiamo attingere l’acqua da questo pozzo, è questo che bisogna imparare. Tanti altri che come noi soffrono questa condizione, e a questi che bisogna rivolgersi a quanti hanno sete di quell’acqua che aspetta ad essere attinta dal pozzo. Quel pozzo si chiama Sicilia …….. e la Sicilia è anche mia.

Riprendiamocela.

Aldo ha detto...

Grazie per avermi fatto conoscere questo blog, adesso oltre che sentirti .. posso anche leggerti :)

ionncicredo ha detto...

Quante sono le persone ke hanno "presa di coscienza"?le parole sono nobili, agili e stimolano l'animo ma i fatti siciliani sono sporki, sfaldati e costruiscono rabbia!la vera rivoluzione acattolica in italia nn potrà mai avvenire. ki è ke detiene il potere?ki vive di potere?tutti!in Sicilia si delega, in Sicilia si aspetta, in Sicilia ki urla suona ai molti come un moralista!in Sicilia abbiamo perso l'onore di credere in meglio, xkè verranno momenti migliori. partendo da cosa?da niente!vi rendete conto ke in Sicilia i migliori magistrati, Falcone e Borsellino, sono stati uccisi dallo Stato?come possiamo parlare di legalità e rispetto dello Stato?come possiamo far capire alla moltitudine di gente siciliana e inetta ke esiste un'altra via quando tutti ormai sono abituati a tutto?quando tutti sono convinti ke "è così altrimenti niente"?provo vergogna per la Mia Terra e per il Mio Stato, per l'educazione ke viene sdoganata in cambio di una bella tshirt!ricordatevi ke la Sicilia è isola, terra di migranti ed immigrati, acqua, fuoco, sole e neve. la Sicilia nn sarà mai dei Siciliani, la Sicilia saprà essere fulcro del Mediterraneo solo quando aprirà veramente le sue porte!oggi sono kiuse, col catenaccio mafioso!

Anonimo ha detto...

Da Giorgio

Che stranezze....
Ormai i figli sono diventati a loro volta genitori e, come capita ormai ai piu', non hanno trovato lavoro in Sicilia e sono stati costretti a trasferirsi a 3.000 chilometri di distanza; io e la mamma non facciamo che la spola tra la civilta' di terre belle, ma non nostre e questo pezzo di cuore che e' una perla nel mezzo del Mediterraneo.
Ed ogni volta che vediamo le Isole Eolie dall'aereo, veniamo presi da un magone indescrivibile, ogni volta...
Perche' mi domando, perche' ?

Samantha ha detto...

Hai perfettamente ragione...nella nostra "BEDDA SICILIA"c'è solo raccomandazioni, favoritismi politici, lavoro in nero, mala sanità, mafia, ecc...e per questo siamo costretti ad andar via, anche contro voglia, per cercare lavoro, fortuna, FUTURO...ma sono sicura che le cose possono cambiare solo se tutti noi ci rimbocchiamo le maniche, scommettiamo sulle nostre capacità e soprattutto sul nostro territorio

the siren ha detto...

Ciao Taublu, io pensavo che non sarei mai riuscita ad andarmene davvero, ma alla fine, qualcosa di imprevedibile mi ha fatto cambiare idea... Chissà come sarebbero andate le cose per me se fossi rimasta, forse parlerei come te... Ora, dentro di me, la Sicilia è solo un paradiso meraviglioso, lo scrigno che contiene tutti i miei ricordi più belli... Mi manca, non c'è giorno che non pensi a lei. E mi dispiace avere la certezza che i miei bimbi non potranno mai viverla intensamente e in tutta la sua magia come ho fatto io. Perchè noi non torneremo mai...
Ti saluto e invito te e tutti i tuoi amici lettori a passare anche loro sul mio blog e chiacchierare con me: www.thesirenbyangelina.blogspot.com

Unknown ha detto...

Vi riporto la mia esperienza personale.
Gioiosa Marea, frazione San Giorgio, 26/06/2010. Dopo una cena fuori con amici per festeggiare il mio compleanno vengo fermato dai carabinieri a 100 metri da casa, alcool test, 0.8, patente sospesa (coglione io). Un mese dopo vado in caserma a ritirare la notifica, sei mesi di sospensione. Chiedo ai carabinieri il da farsi, mi mandano più in confusione di quanto ero prima. Tramite una conoscenza vengo a sapere che posso fare la visita presso il vecchio ospedale di Patti. Una volta fatto tutto e ritirato il referto a fine dicembre (i sei mesi di sospensione erano appena scaduti) lo porto in motorizzazione a Messina ma mi dicono che a loro serve un altro foglio che può rilasciarmi solo la commissione medica dell'ex ospedale Margherita a Messina.
Ci vado un lunedì pomeriggio ma la commissione riceve solo il martedì e il venerdì dalle 9 alle 12. Torno la mattina dopo, faccio due ore di fila e la commissione mi rilascia soltanto dei fogli da compilare (con bollettino da pagare e materiale vario da allegare) e da consegnare di nuovo a loro il prima possibile.
Faccio tutto e torno lì il venerdì mattina, altre due ore di fila, consegno il tutto e mi prenotano la visita per il 23 marzo 2011 (!). Mi dicono che comunque è possibile avere un permesso dalla motorizzazione per guidare in attesa della visita, stessa cosa che mi conferma al telefono un architetto che lavora in motorizzazione.
Qualche giorno dopo (un giovedì) torno per l'ennesima volta a Messina, ritiro altri fogli, li compilo lì al momento e pago il bollettino in un ufficio postale lì vicino (due ore di fila anche lì), li consegno ma mi dicono che questo permesso lo rilascia solamente l'architetto che riceve lì solo la mattina del mercoledì.
Il mercoledì seguente torno in motorizzazione, consegno i fogli all'architetto, inserisce i dati sul computer e... mi dice che questo foglio non me lo può rilasciare, perciò per guidare devo aspettare obbligatoriamente il referto che la commissione medica mi rilascerà qualche settimana dopo la visita che farò presso di loro a fine marzo, questo foglio poi lo porterò in motorizzazione dove, dopo aver compilato altri moduli e pagato altri bollettini, dopo qualche altra settimana forse (e dico forse) riavrò la mia patente.
La stessa disavventura è capitata l'anno scorso a un mio cugino che abita a Concorezzo, in provincia di Milano. Fermato dai carabinieri, alcool test, sei mesi di sospensione patente. Il giorno dopo la scadenza della sospensione è tornato a guidare.

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti!! che dirvi! io adoro la mia TERRA e come tutti nn riuscirei ad allontanarmi...le mie radici sn radicate qui....ma vi devo confessare che ogni tanto cn la mente vago ....e nn c è cosa piu' bella, anke se risulto un po' contraddittoria, della serenita' ke raggiungo quando penso di trovarmi in un altro luogo...soprattutto ora ke sn diventata mamma tanti pensieri mi assillano e di certo nn vorrei ke mio figlio continuasse a crescere qui......qui dove nn mi danno neanke la possibilita' di potermelo crescere come dico io, qui ke nn mi danno la possibilita' di vivere la vita ke voglio io, qui dove nn riusciro' mai a fare quello ke ho sempre sognato e per cui ho studiato.....qui ..dove ci vogliono solo amicizie,raccomandazioni e ki piu' ne ha piu' ne metta...qui dove ti trattano come una pezza....certo.. è anke vero ke nn voglio esagerare e ke siamo tutti bravi a parlare e a criticare, io mi permetto di dirlo perkè sn una ragazza ke ha sempre lavorato studiato e ha cercato di raggiungere degli obbiettivi..a volte cn esiti positivi a volte no...magari a volte mi sembra ingiusto parlare di sicilia..parlerei piuttosto di ITALIA......purtroppo poi è anke vero ke il SUD è sempre il sud!!!!Nonostante questo.....ho difficolta' ad allontanarmi.....ad avere questo coraggio......e me ne vergogno.......perkè come tanti altri mi sento impotente di poter fare qualcosa x migliorare la situazione!!! una situazione ke purtroppo, nn migliorera' mai!!!! è ANKE VERO KE SCAPPARE NN è NEANKE UNA SOLUZIONE!!! MA KE DOBBIAMO FARE??? siamo costretti a emigrare PER POTER VIVEREEEE!!!!! MA VI RENDETE CONTO? PER AVERE QUEI DIRITTTI KE QUI NELLA NOSTRA TERRA NON ABBIAMOOOOOOOOOO!!!!!!

Anonimo ha detto...

Armando Anzaldo_Caro Pino,io ho vissuto la mia condizione di emigrante nel lontano 1970..da Lentini a Clusone (Bergamo.Come me tanti altri per lavorare,per insegnare,PIAZZA NAPOLI la chiamavano gli "indigeni" senza potere dire che "toglievamo il lavoro a lavoro:nelle fabbriche ce n'era tanto e nell'amministrazione statale e scolastica solo noi avevamo i titoli e la competenza per lavorarci.Piangeva il cuore la notte a tanti conterranei nostri perchè separati dalle loro mogli e figli e fidanzate,ma allora confortava solo la CERTEZZA del posto sia esso privato o pubblico che ci ha consentito di portare avanti le nostre famiglie.Poi negli anni novanta la VENTATA NEOLIBERISTA:flessibilità,creatività nelle attività,ci fecero credere che potevamo diventare tutti imprenditori di successo,liberi dallo squallore di un certo lavoro a vita;menzogne,menzogne agli animi innocenti dei nuovi giovani:la FLESSIBILITA' era in effetti PRECARIETA' per non pagare i contributi sociali e la libertà dalla ripetività del posto fisso DISOCCUPAZIONE A VITA.I giovani arabi in rivolta forse CI STANNO INDICANDO LA VIA.

Anonimo ha detto...

Viata e o lupta
Tu ai un singur drept, acela de-a lupta
Slabiciunea de te apasa
Asteapta seara , seara cand esti tu cu tine
Si plangi si zvarcoleste-te si revolta-te
Si rupe-ti carapacea si fa ce vrei
Dar dimineata de vine , lupta
Lupta pentru viata ta, pentru tine
Si multumeste,macar TU nu esti singur.



Straniu. In ziua in care trebuia sa-mi sarbatoresc ziua de nastere,ma lamentez, pentru altcineva. si incerc sa dau putere unui Sicilian in tara lui, pe care-l apasa problemele cotidene.
Si vreau sa uit ca m-am nascut aici , atunci si asa.
Si vreau sa uit ca m-am nascut maghiar in Romania comunista , cu o copilarie in care o ciocolata era un lux, cu o adolescenta in care ziua era prea scurta pentru faurirea unui viitor.In care studiile si munca nu erau suficiente.Si problemele personale ar putea continua , dar ma opresc si spun atat : E viata mea si lupt pentru ea si as vrea sa fie tara mea.
Lupta si tu pentru viata ta in tara ta. Nu-ti dori sa gusti aerul strainatatii , s-ar putea sa-ti placa sau poate nu .Ai o radacina , ai un vis , ai o viata : LUPTA. De simti ca puterile te lasa ,rupe-ti bratul si lipeste-l langa tampla, sa nu poti lasa garda jos, niciodata. Fi puternic , fi dornic sa lupti , sa invingi. E viata ta.
As fi putut sa-ti umplu pagina cu incurajari , cu reprosuri , cu cuvinte siropoase sau cu laude , dar nu am nici un drept. E viata ta.

Anonimo ha detto...

Ciao.... che dire, a leggere questo monologo mi vengono i brividi, purtroppo è la realtà, una brutta realtà, io amo la SICILIA, penso come tutti i SICILIANI, ma purtroppo non offre nulla di buono, e si va avanti a forza di raccomandazioni e..., io mi ritengo una delle poche persone fortunate che appena uscita da scuola ha trovato lavoro, ma non nego assolutamente che se io qua in Sicilia non avessi avuto un lavoro,sarei stata la prima ad emigrare. Molte volte parlando con i miei genitori che sono vissuti per un bel pò di anni al Nord, li rimprovero di aver fatto la scelta di tornare giù in Sicilia, perchè se eravamo al Nord di sicuro io avrei avuto un futuro migliore, degli sbocchi migliori, insomma una vita del tutto diversa,forse la vita che ho sempre sognato e che ancora sogno di avere pur sapendo che in Sicilia non si va avanti, ma solo indietro. Penso a tutti i ragazzi della mia età, a tutti i miei amici che si trovano senza un lavoro, ogni volta parlare di ciò fa solamente male, e ogni volta si dice che non potrà mai migliorare e tutti siamo consapevoli del fatto che non ci possiamo fare un futuro, anche se lo vogliamo tanto, ma purtroppo non sappiamo da dove iniziare e soprattutto come..., tutto va a rotoli, è brutto dire ciò di una Regione che con le sue bellezze fa invidia a tutta l'Italia, ma è così la brutta realtà SICILIANA. (Viola)

Carmelita ha detto...

" L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti" parto da Gramsci per sottolineare come l'indifferenza possa "uccidere" un popolo, come l'essere indifferenti sia sinonimo di vigliaccheria verso se stessi prima e verso gli altri poi... non possiamo restare indifferenti soprattutto verso la nostra terra ormai dilaniata dal parassitismo di molti, logorata da quel potere malato che si insinua nella nostra società come un cancro difficile da estirpare. Solo con un pensiero libero possiamo esserci e lottare perchè tutto ciò abbia fine, solo mostrando interesse possiamo aprire uno spiraglio di fiducia in un mondo che sembra sfuggirci di mano! La vera essenza di noi stessi è la nostra libertà, il nostro pensiero, la nostra capacità di opporci ad un sistema che non ci appartiene..
Credo fermamente che si possa cambiare, che si possa fare qualcosa prima che sia troppo tardi.. non ci sto a restare indifferente, non riesco a non preoccuparmi, non riesco più a tollerare l'oblio che circonda la nostra amata Sicilia, una terra dimenticata, frustata e privata della sua identità!

Anonimo ha detto...

Ho letto i commenti, tutti conoscono bene il problema in Sicilia e tutti si sentono come me impotenti. Condivido quasi tutti i pareri e penso che la Sicilia ce l’abbiamo nel sangue per questo il magone e i brividi al solo pensiero.
Capisco bene chi è dovuto emigrare….ho vissuto in Sicilia (i primi 11anni), all’estero (20 anni) e sono rientrata per la seconda volta e spero di farcela.
Vedo la Sicilia come un figlio “difficile”, con tanti problemi. Se l’ abbandono sto malissimo e niente riesce a riempire quel vuoto. Giorno dopo giorno combatto per sopravvivere in questo contesto senza fare paragoni con altri luoghi. Perché nessun altro luogo può riempire quel vuoto che si avverte allontanandoci. Rimane dunque la speranza di trovare il modo di nuotare.
La Sicilia è agro-dolce, difficile, pesante da sopportare ….ma è mia! E’ qui, che mi sento A CASA…in questo splendido mare nonostante le numerose colline aride e disabitate.
Un saluto a tutti i Siciliani del mondo, senza dubbi la Sicilia è e sará sempre nel vostro e nel mio cuore.

Pigra ha detto...

Questo post è ormai di tre anni fa. Ero già consapevole di dover andar via dalla mia Sicilia...
Come sto adesso?
Con le radici in un posto e le fronde in un altro.
La mia corazza è diventata sempre più dura.
Sono diventato per molti che mi conoscono fuori dalla mia terra "il Siciliano", quello che pur di lavorare fa il prezzo più basso. Lo stacanovista quello che lavora gratis.
Questo mi fortifica.
Mi rende invincibile competitivo soprattutto fuori dall'Italia, dove i contatori si staccano automaticamente alle 5 del pomeriggio. li dove per continuare a lavorare in ufficio senza essere pagato hai comprato tre batterie di riserva per il portatile. Tanto che fai a casa sei solo con una TV che certe volte nemmeno vuoi accendere e dove i notiziari hanno il massimo dell'eclatanza un maxi tamponamento dovuto alla neve. Ed solo allora che pensi a casa, al mare agli affetti,e al fatto che non ci sono amici ma solo conoscenti nel posto in cui stai, ed è meglio non frequentarli.
Solo allora che davvero ti senti Solo e cominci a scrivere fotografare, guardare il mondo con un'altra ottica.
Pazienza passerà anche questo.