14 luglio 2008

Esclusione V Parte

Appio Claudio Cieco, scriveva, "homo faber fortunae suae" cioè l'uomo è l'artefice della sua fortuna, questo mi veniva in mente ogni volta che entravo nel mio laboratorio, ed io, ne ero il pieno esempio, come se Appio Claudio Cieco, nella sua cecità avesse trovato me, come personaggio base, per il suo memorabile detto.
Ero io ad essere arrivato dal nulla, mio padre aveva un piccolo scagno in cui riparava le unità di sollevamento a ventola per piccole barche.
Io ero cresciuto con una avversione verso tutto ciò che era meccanico e tangibile.
Da bambino volevo scrutare il microcosmo e piano piano, senza l'aiuto di nessuno, ero arrivato all'apice della mia carriera.
Era pur vero che il modello comportamentale meritocratico era straordinariamente rivalutato.
Avevo ottenuto la direzione dell'INFN nel 2099, all'età di soli 26 anni.
La Sicilia era cambiata, lo si poteva dire forte. Nel 2038 era stato rivoluzionato il sistema giudiziario ed era rientra la pena capitale. Nei moti che seguirono nel 2041 la gente rovesciò il potere politico, stanchi e stufi di una economia che stentava e della fame che si faceva dilagante, spingendo sempre più gente a scappare, ed andare all'estero.
Agli inizi degli anni 40 la Sicilia era passata da 5.000.000 di abitanti a soli 600.000. Era rimasto solo un decimo di popolazione, ma quel decimo, fu determinante per cambiare le sorti di tutta l'isola.
Nel 2041 ci furono i primi scontri con la mafia, la gente era cambiata si volle dare una svolta. Magistrati e politici corrotti furono defenestrati, il popolo prese il comando ci fu come un richiamo da ogni parte del globo siciliani si unirono arrivarono in massa a riprendere l'isola e dopo 3.000 anni di dominazione i Siciliani avevano chiesto l'indipendenza e l'avevano ottenuta.
Ci fu eccidio rimasero davvero pochi ma quei pochi erano liberi.
Costruirono strade, aeroporti, i ponti non servirono mai. Gli anni 50 furono quelli della svolta, mentre tutta l'Europa stava a guardare insieme al resto del mondo, i cervelli che erano stati ricercatori in paesi stranieri tornarono in Sicilia portandosi con loro il sapere, la conoscenza e soprattutto la scienza.

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